Piccoli gesti- p.2

POV: Sonia

11/11/20222 min read

Capitolo 2: Piccoli gesti

Nei mesi a venire ci siamo visti spesso, tra uscite di gruppi e non, chiacchieravamo molto come se ci conoscessimo da una vita.

Ho iniziato a notare che, quando lui viaggiava, mi portava sempre qualcosa. Era un gesto semplice, ma che significava molto. Era come se, in qualche modo, pensasse a me anche quando era lontano. L'ho trovata una cosa estremamente premurosa e dolce.

Senza accorgermene, dopo un po’ ho iniziato a fare lo stesso. Quando viaggiavo, mi veniva spontaneo portargli qualcosa. Non era un obbligo, né un gesto calcolato. Semplicemente, mi faceva piacere ricambiare.

Avevamo l'abitudine di chiamarci "AMICA e AMICO", quasi come una sorta di scherzo, ma anche un modo implicito per chiarire che tra noi non c’era nulla di romantico e che lui non ci stesse provando. Questo rendeva il nostro rapporto leggero, senza pressioni o aspettative particolari.

Poi è arrivato il nostro primo giro in moto. Mi ha detto che avrebbe provveduto lui a portarmi una giacca da moto. Quando l'ho visto in tenuta da moto, con il casco vicino alla sua moto ho proprio pensato "che bono". Con un po’ di imbarazzo, sono salita e lui mi ha preso le braccia per stringerle intorno a lui in modo che mi potessi tenere, sembrava una scena di un telefilm.

In realtà, sapevo già come fare, non era mica la prima volta che salivo in moto, ma ho voluto lasciarmi guidare, ihih.

Quel giorno siamo andati a raccogliere le castagne con i suoi amici. Arrivati al punto d’incontro, ho scoperto con rammarico che avremmo dovuto camminare, molto, per un tempo che mi è sembrato infinito. Tra fatica, lamentele e respiri affannosi ce l’abbiamo fatta. Raggiungere la cima è stato stancante ma anche gratificante, e il ritorno è stato molto più leggero e divertente.

Dopo la raccolta, siamo andati a pranzare.

Lì, Max mi ha chiesto se volessi tornare a casa o continuare giro in moto. Visto che era ancora presto ho scelto di continuare, senza sapere che sarebbe stata una scelta di cui mi sarei pentita. Col passare delle ore, il freddo è diventato insopportabile.

Ci fermammo in autogrill per una pausa, è stato lì che Max ha fatto un gesto che mi ha toccato profondamente: si è offerto di scambiarci le giacche. La sua era di pelle, molto più calda della mia. Non ha esitato un attimo nel mettermi al primo posto, assicurandosi che stessi meglio. Un gesto semplice, ma carico di significato.

In quel momento, ho iniziato a vedere Max come una persona buona, attenta ai dettagli, che sapeva prendersi cura degli altri con naturalezza. Non faceva gesti plateali, ma c'era sempre. Quella dolcezza e quell’istinto di protezione che è raro da trovare nelle persone al giorno d'oggi.

Dopo quella pausa, siamo ripartiti e siamo tornati a casa.

Mi ero divertita molto nonostante le mie chiappe non la pensassero allo stesso modo, non vedevo l'ora del prossimo giro in moto!